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Come le pratiche a basso impatto ambientale imposte dall’Europa sono in realtà tecniche per garantire fertilità dei terreni e sostenibilità economica

Spesso, i vincoli imposti dall’Unione europea per garantire una gestione delle aziende che sia rispettosa dell’ambiente sono percepiti dagli agricoltori come meri obblighi burocratici. In realtà, si tratta di indicazioni che mirano a favorire un approccio che non solo rispetti il fragile ecosistema del territorio montano, ma che, in modo molto concreto, garantisca il mantenimento della fertilità dei suoli e della ricchezza del territorio in termini di biodiversità e equilibrio ambientale.

Per questa ragione, l’Assessorato dell’agricoltura ha organizzato alcuni incontri con gli agricoltori sul tema delle strategie da adottare per la sostenibilità ambientale delle attività agricole, un’iniziativa finanziata nell’ambito della misura 1 del Programma di sviluppo rurale, specificamente dedicata alla formazione.

Dopo la prima sessione, svoltasi a novembre e focalizzata sul recupero dei boschi e sulla castanicoltura, il secondo incontro, tenutosi il 6 febbraio nella sede della Fédération des Coopératives Valdôtaines a Saint-Christophe, ha avuto per tema “La condizionalità, l’adozione delle migliori tecniche di produzione e di difesa integrata, il quaderno di campagna”. L’analisi ha riguardato gli obblighi che l’UE impone ai beneficiari degli aiuti per favorire un’agricoltura sostenibile nel tempo, per controllare l’efficacia delle tecniche colturali praticate e per ridurre l’impatto ambientale dei fitofarmaci. La giornata ha avuto un approccio pragmatico, prevedendo, dopo gli interventi del mattino, una sessione pomeridiana dedicata al confronto con agricoltori che già operano con metodi di difesa integrata.

Il terzo incontro è previsto per marzo e tratterà di "Le attività agricole nelle aree naturali protette".