Varata una tappa fondamentale verso l’Europa sociale, a tutela della dignità del lavoro
Il 7 giugno, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'Unione europea hanno raggiunto l'accordo politico sulla direttiva relativa ai salari minimi, la quale mira a garantire, in un futuro prossimo, che tutti i lavoratori europei beneficino di un salario minimo equo.
Una giusta retribuzione è essenziale non solo per migliorare condizioni di vita e benessere degli stessi lavoratori, ma anche per plasmare la società europea attorno ad economie eque e resilienti. Nell’ottica dunque di un’armonizzazione a livello comunitario, la direttiva approvata istituisce un quadro di riferimento UE per questa materia, puntando a rafforzare l'adeguata tutela garantita dal salario minimo, nel pieno rispetto di tradizioni e competenze nazionali, oltre che dell'autonomia delle parti sociali.
Tale direttiva, che promuove la contrattazione collettiva sui salari in tutti gli Stati membri, non obbligherà questi ultimi a introdurre salari minimi legali, né indicherà un comune livello di salario per tutta l'UE; viceversa fisserà un quadro di criteri e di valori di riferimento, indicativi per l'aggiornamento dei salari minimi legali previsti, come potere d'acquisto, produttività nazionale, distribuzione della ricchezza, tasso di crescita dei salari. Sempre in base a questa direttiva, gli Stati membri dovranno infine monitorare la copertura e l'adeguatezza dei salari minimi, garantendo ai lavoratori accesso alla risoluzione di eventuali controversie e al diritto di ricorso.
L’accordo politico raggiunto dovrà ora essere formalmente approvato dal Consiglio UE, dopodiché, a iter concluso, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepirla all’interno del proprio diritto nazionale.
La direttiva sui salari minimi è una delle azioni principali del Piano d'azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, lanciato nel marzo 2021.