Possibilità di risorse aggiuntive anche per la Valle d’Aosta
REACT-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe ) è uno strumento proposto dalla Commissione europea nell’ambito del Piano europeo per la ripresa Next Generation EU (più noto sui media italiani come Recovery Fund); esso è stato concepito come uno strumento flessibile a sostegno dei territori più colpiti dalla pandemia Covid-19, e fornisce risorse aggiuntive ai programmi esistenti relativi ai Fondi strutturali, mirando a rafforzare i sistemi sanitari e le imprese di tutti i settori economici, compresi turismo e cultura.
I finanziamenti ascrivibili a REACT-EU saranno versati agli Stati membri, i quali potranno decidere se realizzare nuovi programmi operativi nazionali, oppure coadiuvare programmi nazionali (PON) o regionali (POR) già esistenti; la Commissione europea, infatti, non ha preassegnato le risorse sulla base di particolari categorie regionali, né avanzato raccomandazioni su una gestione centralizzata o decentralizzata.
REACT-EU disporrà di circa 47,5 miliardi di euro di finanziamenti: sarà possibile impegnare risorse fino al 2023 (in origine la Commissione europea aveva proposto quale limite temporale di spesa il 2022), integrando gli interventi previsti nei programmi esistenti del periodo 2014-2020 afferenti al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo sociale europeo (FSE), all’Iniziativa per l’occupazione giovanile, al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), oltre che alla Cooperazione territoriale europea (CTE). Si possono inoltre finanziare retroattivamente interventi a partire dal 1° febbraio 2020. La Commissione europea avrà, infine, soltanto 15 giorni a disposizione per valutare l’ammissibilità dei progetti, fattore che dovrebbe garantire flessibilità e snellezza dello strumento.
Per i Paesi i cui tassi di disoccupazione giovanile eccedono la media dell’Unione europea, come è il caso ad esempio dell’Italia, almeno il 15% di queste risorse dovranno essere destinate a politiche del lavoro mirate ai giovani, mentre più in generale tutti gli investimenti dovranno essere indirizzati verso azioni che guidino e accelerino la transizione verde (indicativamente per il 25%, anche se il limite è inteso non vincolante) e digitale.