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La Valle d'Aosta e l'Europa

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Il Progetto MisMi su Euronews e su Repubblica.it

Dopo il plauso della Commissione europea, anche il canale televisivo europeo e il noto quotidiano raccontano il progetto

#iorestoacasa #nessunosaràescluso #torneremoadabbracciarci
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Ma chi l'ha detto che in montagna bisogna vivere isolati?

Una troupe della nota piattaforma televisiva ha seguito per tre giorni le attività del Progetto MisMi, finanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Alcotra, dando particolare attenzione sull'assistenza domiciliare e infermieristica ai pazienti a domicilio nel primo periodo del post-emergenza Covid ma anche fornito un approfondimento attento sulle attività sociali, con l'obiettivo di dimostrare che vivere in montagna non significa isolamento.

Anna Castiglion, coordinatrice progetto MisMI per il Capofila, l'Azienda USL della Valle d'Aosta, durante l'intervista della giornalista di Euronews ha dichiarato: "MisMI ci ha fatto vedere che stare insieme fa bene alla salute. Ce l’ha fatto vedere in moltissimi modi. Attraverso gli eventi, gli incontri, il contatto umano che le animatrici sociali hanno avuto con tantissime persone. La cosa che più di altre ci ha mostrato quanto è importante stare insieme per la salute sono stati sicuramente i gruppi di cammino che hanno avuto un successo enorme, hanno raccolto moltissime adesioni e hanno veramente unito persone fra le più diverse, persone con patologie differenti, di diverse età, anziani ed altri".

 
 

L’emergenza COVID-19 sta portando, oltre alle problematiche legate alla gestione sanitaria, anche a un inasprimento delle situazioni di disagio sociale soprattutto tra le fasce più deboli, come gli anziani, che si trovano in una nuova condizione di solitudine.

Il Progetto MisMi - Modello di salute per una Montagna inclusiva, finanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Alcotra 2014/20, ha già fornito durante la sua attuazione risposte a queste situazioni di disagio, sperimentando sul territorio della Valle d’Aosta e della Tarantaise un modello di medicina proattiva, che integra i servizi sanitari e sociali, vicino ai bisogni della persona e del suo contesto abitativo. In Valle d’Aosta, il legame con le comunità dei territori più isolati si è rafforzato grazie a due figure, l’infermiere di famiglia e l’animatore di comunità, che hanno lavorato in sinergia per rispondere anticipatamente ai bisogni dei più vulnerabili, anziani in primis, riuscendo ad aumentare le condizioni di benessere presso le loro comunità locali e prevenendo le cronicità.

Con la sospensione delle chiusure dei progetti, misura messa in campo dal Programma Alcotra per rispondere alla situazione contingente, i partner valdostani – L’Azienda Usl Valle d’Aosta, capofila del progetto, e l’Assessorato alla sanità, salute e politiche sociali, referente del Piano di Zona - si sono immediatamente attivati per garantire la prosecuzione delle attività del progetto, sfruttando le economie di budget in funzione della gestione dell’emergenza e del post-emergenza.

Le misure messe in campo da parte dell’Azienda Usl riguardano il lavoro a tempo pieno di due infermieri, che supporteranno i servizi sul territorio, non solo in ospedale. Inoltre è stata avviata la telemedicina per l’assistenza domiciliare ai pazienti. Grazie al progetto, si potrà anche finanziare una parte di questa attività per l’acquisto di attrezzature che consentiranno l’assistenza ai pazienti cronici, più che mai isolati e fragili, in termini di diagnosi, cura e follow-up. 

L’animatore di comunità riveste un ruolo da protagonista nel prevenire situazioni di grave disagio sociale, mediante azioni di sostegno e monitoraggio. Durante i tre anni di sviluppo del progetto si sono visti risultati tangibili che questa figura può ottenere con il contatto diretto con i nuclei fragili, quali anziani privi di rete familiare, riuscendo a facilitare l’accesso ai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali di situazioni urgenti. In questa fase di emergenza, il servizio avverrà attraverso il contatto telefonico o telematico. Già si pensa alla continuità nella fase post-emergenza, quando ci sarà più che mai bisogno di rispondere a nuovi bisogni sociali e programmare gli interventi maggiormente rispondenti alle esigenze di “ricostruzione” del sociale.

Il Progetto MisMi è una buona pratica, poiché è stato in grado di creare un modello replicabile, rispondente ai bisogni socio-sanitari di questo momento soprattutto in relazione alla gestione del domicilio e delle cure. Grazie alla sinergia tra cura della salute e politiche sociali, è in grado di dare risposte al territorio e di far partire azioni già pronte, grazie ai risultati prodotti, e quindi immediatamente operative. Inoltre è il primo tra i progetti approvati dal Programma Interreg Alcotra a fornire risposte dirette nel contrasto al coronavirus.

Il Progetto MisMi promosso come buona pratica nella lotta al Covid19 anche dalla Commissione europea

MisMi è raccontato attraverso il canale Youtube 'EU in my Region'